Manca ormai veramente poco all’uscita dell'”attesissimo” Mass Effect Andromeda. Abbiamo potuto vedere che il gioco è un buon titolo non avvicinandosi comunque, alla maestosità della trilogia. Per di più questa diminuzione di qualità è sottolineata ancor più dai problemi tecnici e grafici che ha questo nuovo Mass Effect, che comunque non possono essere assolutamente attribuiti a una singola persona, come sostenuto da alcuni in questi giorni.
Un ex dipendente di Bioware, infatti, ha raccontato su Glassdoor (sito che si occupa di raccogliere commenti sui luoghi di lavoro) le condizioni in cui è stato sviluppato Andromeda. L’uomo ha lavorato per cinque anni come VFX artist per lo studio e ha affermato che le condizioni lavorative erano veramente terribili.

Intanto Bioware Edmonton e BioWare Montreal hanno chiuso i loro rapporti ed attualmente vi sono numerosi conflitti e discussioni. Lo studio di Montreal nel corso dello sviluppo di Mass Effect Andromeda ha perso 13 lead mentre quello di Edmonton solo 3; quest’ultima sede infatti sarebbe quella che decide di cacciare lead e producer quando non sono allineati alla propria leadership.
Al fine di cacciare le persone dal team era stato inventato il cosiddetto IP Program (Performance Improvement Program), modo in cui più di dieci persone sono state cacciate per non essersi adeguate alle direttive. Inoltre pare che i dipendenti avessero solo trenta minuti per mangiare per poi tornare immediatamente a lavoro: un sistema applicato per 2 mesi e poi rivelatosi non solo inutile ma anche catastrofico.

Infine nel corso dello sviluppo sembra ci siano stati maltrattamenti e ritorsioni verso i dipendenti ai quali era proibito fare domande sulla lavorazione del titolo e non potevano permettersi di richiedere tempo supplementare per completare al meglio il gioco.
Mass Effect Andromeda è quindi il risultato di una lavorazione poco agiata, in cui ovviamente il team non può dare il meglio di sé. Purtroppo è una situazione che si sta verificando spesso e non può far altro che far del male all’industria che tanto amiamo.
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