Questa settimana recensiamo Vittime, il #20 della Serie Oro di Wolverine. In questo numero, scritto da Jeph Loeb e disegnato da Tim Sale, troveremo fianco a fianco Wolverine e Gambit.
Una storia con potenziale…
La storia è ambienta a Londra e inizia con Gambit che indaga su una serie di uccisioni. “Ambientata a Londra” è in questo caso solo un’espressione: i disegni non mostrano elementi tali da poter riconoscere la città. Il che è un peccato, visto che la storia è ispirata in parte a Jack lo Squartatore.
Quello che accade è che Arcade e Mastermind, potenti mutanti in grado di giocare con la mente degli altri, inducono Gambit a credere che sia stato Wolverine a compiere tutti quegli omicidi. Wolverine non lo ricorda, si rende conto che qualcuno gioca con la sua mente.
Cìè anche un gradito combattimento tra Logan e Gambit nel mezzo, ma si ha comunque l’impressione che il potenziale di questa storia sia stato effettivamente rovinato. Non per la narrazione, non per i dialoghi o per la leggibilità. Neanche per i colpi di scena che sul finale ci sono, ma semplicemente per come questa storia sia sia incarnata nella matita di Sale.
…Rovinata dai disegni
Senza “se”, senza “ma” siamo davanti al numero più brutto della collana finora. I disegni di Tim Sale non sono brutti in sé, ma stranamente immaturi. I primi piani sono orribili, rozzi, deformi. Non tutte le tavole sono così brutte, ma un buon 70% lo è. Il che è molto deludente: Tim Sale è un autore insignito del premio Eisner (1999), ma in questo numero la parte artistica è a tirar via.
Ad un certo punto della storia, ad esempio, Gambit incontra dei robot simili a Wolverine: la scelta di Sale è stata quella di rappresentarli col nero piatto, senza “perdere tempo” a disegnare circuiti, parti di metallo o altri elementi che possano ricordare dei roboto. Nero piatto
Il lavoro peggiore però non è di Sale, ma del team Wright-Digital Chameleon- Malibu. La colorazione è sciatta, non c’è niente di particolarmente bello o indovinato. La saturazione oscilla tra livelli estremamente carichi e livelli spenti. In alcune occasioni capita di incontrare elementi, anche solidi, che non sono stati disegnati, ma che sono stati creati direttamente durante la fase di colorazione, un ottimo indizio di tavole fatte di fretta.
Forse è il caso di consolarci con questa bellissima illustrazione (non di Tim Sale):
Conclusioni
Jeph Loeb e Tim Sale dovrebbero, e generalmente lo sono, un sigillo di qualità. Come si è detto la storia è valida, ma il lavoro di Sale sembra quello di un esordiente, neanche troppo brillante.
Comprate questo volume se vi piace Wolverine, se vi piace Gambit, se volete la collezione completa, se non vi tangono i disegni brutti.
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