Arriva nelle sale, Monolith, il film di Ivan Silvestrini, prodotto da Sky Cinema, Lock & Valentine e Sergio Bonelli Editore, e distribuito da Vision Distribution, che si presentano con una pellicola che guarda al mercato cinematografico internazionale.

Il film si pone nel ritrovato o rinato filone cinematografico italiano del cinema di genere, inaugurato da Lo chiamavano Jeeg Robot, proseguito con Mine, e ora con Monolith, che ha suscitato da subito molta curiosità vista l’importanza dei nomi coinvolti nel progetto, oltre che per essere la prima produzione cinematografica a cui collabora la Sergio Bonelli Editore, una delle più importanti case di produzione di fumetto in Italia.
Monolith nasce come doppio progetto: da un lato il fumetto, dall’altro il film. Non sono l’uno la trasposizione dell’altro, ma due opere ben distinte, fruibili a sè. I nomi coinvolti nei due progetti sono in alcuni casi gli stessi. Il fumetto è stato creato da Roberto Recchioni e Mauro Uzzeo, per i disegni di Lorenzo “LRNZ” Ceccotti. Di Recchioni è il soggetto del film, mentre Uzzeo ne ha scritto la sceneggiature insieme ad Elena Bucaccio e Stefano Sardo. Di Lorenzo Ceccotti è anche il concept dietro l’auto che vediamo nel film, Monolith appunto, di cui ha curato ogni dettaglio inerente la sua progettazione.
LA STORIA
Monolith ci racconta la storia di Sandra, giovane madre con un passato da pop star al volante della Monolith, l’auto tecnologica più sicura del mondo, insieme a suo figlio, il piccolo David. Mentre è al volante dell’auto e parla in videochiamata col marito, le si insinua il dubbio che la stia tradendo. Basta poco alla nostra protagonista, diretta dai genitori di lui, per decidere di proseguire e raggiungere il marito a Los Angeles e chiarire la situazione. Tuttavia, sorvola su un dettaglio molto importante, ovvero capire come funziona la tecnologia della Monolith, da poco regalatagli dal marito. Durante il viaggio finirà nel deserto dova a causa di un incidente dovrà uscire dall’auto. Peccato che David resti intrappolato dentro e lei non possa rientrarci, Riuscirà Sandra ad espugnare l’auto più sicura del mondo?

LA FANTASCIENZA TANGIBILE DI MONOLITH
La fantascienza che vediamo in Monolith è una fantascienza molto tangibile, non è troppo lontana da quello che potremmo vedere realmente ai giorni nostri. Ci racconta del nostro rapporto con la tecnologia, di come spesso tendiamo a sottovalutarla, quando oggi più che mai dovremmo imparare a capirla. Sandra, interpretata da Katrina Bowden, commette questo errore e ne pagherà le conseguenze. La bella pop star che un pò rimpiange il suo passato, dovrà abbandonare le movenze da palcoscenico, e sopravvivere. Sandra suda, si sporca, corre nel fango, cammina per ore sotto il sole dei canyon del deserto americano, in mezzo a uno scenario desolante e magnifico al tempo stesso reso benissimo dal regista Ivan Silvestrini. Combatte contro un coyote, e sopratutto contro lei, Monolith, la cui figura scura e silenziosa su schermo ha una resa incredibile. Davvero ottimo il lavoro fatto dai designer. Come ottimo è stato il lavoro di Katrina Bowden, un attrice con non molta esperienza a cui è stato affidato il non facile compito di portare avanti il film praticamente da sola. Una buona interpretazione, perfettamente nella parte, senza eccessive stonature. Monolith è anche la storia di una guerra tra donne, Sandra, la protagonista e Lilith, il sistema operativo che guida la Monolith.

La colonna sonora scelta per l’avventura di Sandra è curata da Diego Buongiorno, che per l’occasione sceglie per accompagnarci nella visione una suite di electro-pop, con suoni che richiamano la tecnologia e l’atmosfera presenti nel film. L’abbinamento di musica e immagini risulta decisamente suggestivo.
Divertenti alcune citazioni presenti nel film, come il tatuaggio della protagonista che richiama il logo dell’autore Lorenzo “LRNZ” Ceccotti, e il nome del sistema operativo della Monolith, Lilith, protagonista di una serie a fumetti per la Sergio Bonelli Editore.

CONCLUSIONI
Monolith è tante cose. E’ un thriller, è un film di fantascienza, è un’auto, è un fumetto, ma più di tutte è una produzione in larga parte italiana che guarda al mercato internazionale per dirgli “Ehi, ci siamo anche noi”, e ci stiamo anche bene.
Facebook
Twitter
YouTube
RSS